Traduzioni errate, a seconda del contesto, possono avere anche conseguenze tragiche. Potremmo fare un elenco dei numerosi errori riscontrati nei film, ma ci limiteremo a parlare di quelli che hanno realmente fatto la storia, la cui entità passa da un tono comico a uno tutt'altro che divertente.
Si stima che esistano nel mondo circa 7.000 lingue differenti e, sebbene il 90% di esse sia parlato da meno di 100.000 persone e, secondo uno studio dell'Unesco, almeno 2.500 lingue siano "a rischio di estinzione", comprovano l'incredibile capacità umana di comunicare, ma queste cifre ci permettono anche di immaginare l'enorme potenziale della detenzione in incommunicado. Cosa succede quando vogliamo trasmettere il nostro messaggio in altre 6.999 lingue? La storia è piena di errori di traduzione più o meno gravi, e di seguito riportiamo 5 dei più eclatanti.
1. Civiltà aliena su Marte?
Alla fine del diciannovesimo secolo, l'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli individuò sulla superficie del pianeta Marte una rete di strutture lineari che chiamò "canali".
Trent'anni dopo, l'astronomo americano Percival Lowell giunse alla conclusione che Marte fosse abitato da forme di vita senzienti, capaci di costruire canali. Tali speculazioni nacquero dall'errata traduzione della parola "canali", tradotto in inglese con il termine "canals" (canali artificiali) invece di "channels" (conformazione possibilmente anche naturale del terreno)". Al culmine
2. La storia seppelirà
Al culmine della guerra fredda, il politico russo Nikita Khrushchev terminò il suo discorso rivolto agli ambasciatori del blocco occidentale in Polonia, con queste parole: "Che vi piaccia o no, la storia è dalla nostra parte. Vi seppelliremo!".
In seguito, il leader sovietico si scusò sostenendo che le sue parole volevano essere una parafrasi di un celebre passo contenuto nel "Manifesto del Partito Comunista", nel quale Karl Marx scrisse che "la borghesia produce i suoi propri becchini".
3. Sedotto dalla Polonia?
Negli anni '70, il discorso di Jimmy Carter durante la sua visita in Polonia, a quel tempo ancora paese comunista, lasciò tutti a bocca aperta a causa della tragicomica traduzione della frase di apertura “I left the United States this morning” (Sono partito dagli Stati Uniti questa mattina) tradotta come "I left America never to return" (Ho abbandonato l’America per non farvi più ritorno).
E ancora “I am happy to be in Poland” (Sono felice di essere in Polonia) tradotto come “I am happy to see the private parts of Poland” (Sono felice di conoscere le parti intime della Polonia), in cui l'allusione alla sfera sessuale è inequivocabile.
4. Indecisione o rifiuto?
Alla fine della Seconda Guerra mondiale, nella Dichiarazione di Potsdam furono definite le condizioni di resa del Giappone e veniva affermato anche che, se il Giappone non si fosse arreso, avrebbe subito una "immediata e completa distruzione”
Durante la conferenza, il primo ministro del Giappone, Kantaro Suzuki, rispose “nessun commento” con la parola giapponese mokusatsu che sta per "ignorare" o "trattare con tacito disprezzo". Il significato di questa parola fu equivocato da parte degli Alleati come "lo ignoriamo e lo disprezziamo", influenzando, dieci giorni dopo, la decisione degli americani di usare la bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki
5. Il trattato di Waitangi
A volte gli errori di traduzione sono involontari e a volte no. Il trattato di Waitangi, firmato nel 1840 dai Māori della Nuova Zelanda, rientra nel gruppo degli errori intenzionali che hanno tramutato l'isola in una colonia inglese.
I capi britannici e i Māori firmarono due versioni del trattato, una in inglese e una in māori. Entrambe le versioni sono simili eccetto che per un punto molto importate. Secondo la versione māori,i nativi accettano la presenza degli inglesi, invece della permanente protezione da parte della corona. La versione britannica afferma che i Māori si sottomettono alla corona, in cambio della loro protezione.